La caduta degli dei: Kopps davanti a Dallarik

Doveva succedere prima poi e, inevitabilmente, alla fine è arrivato.
Rumoroso e clamoroso, il fatto costruisce da un solo evento ben due notizie, entrambe di rilievo.
Una è che Kopps, finalmente, vince la sua prima gara; il risultato era atteso, i numeri ci sono e le sue capacità sono innegabili. Ma allo stesso tempo è sorprendente e, se possibile, anche inatteso, viste le continue difficoltà che hanno costellato l'intera coppa dello stupido gialletto, come amano chiamarlo i suoi detrattori. Era giusto dargli fiducia e tempo e, proprio per questo motivo, bene ha fatto il suo team ha non smettere di credere in lui, anche se i bookmaker gli appioppavano ormai quotazioni da bobbista jamaicano e i suoi fans lo avevano abbandonato già a febbraio.
La rivincita è di quelle pesanti, in grado di riscattare una stagione intera, ottenuta nella gara più difficile dell'anno grazie ad un miracoloso recupero nella seconda manche. Roba da fuoriclasse, insomma.
A fare da contraltare, l'altra parte della notizia, forse ancor più roboante: il successo di Kopps comporta infatti la sconfitta di Dallarik e questa è per certo la nota più stonata ed inattesa della giornata.
Conclusa la prima manche al comando, una ricetta a base di certezza aritmetica, un po' di rilassatezza da fine stagione e probabilmente un eccesso di fiducia ha sfornato una seconda manche condotta in difesa, in cui Dallarik non ha mai trovato il ritmo giusto finendo per accusare più di un secondo di distacco da Kopps, quanto basta per finire alle sue spalle.
Rimane questa pur sempre l'unica nota fuori tono di una stagione comunque eccezionale e, anche se clamoroso, questo secondo posto non è altro che una curioso sbaffo di colore su un prezioso dipinto.