Rio Infernetto

Lunghissima e discontinua gola alpina, con un prologo assolutamente scoraggiante (secco e poco significativo), una bellissima strettoia centrale ed un bel finale finalmente acquatico. Utilizzando l'accesso intermedio si risparmiano circa due ore ed il percorso risulta decisamente più piacevole. Riportiamo i dati sia per accesso alto che intermedio (Es: 7h/5h descent).

Canyon incluso nel Progetto Pro Canyon

 

Difficoltà: v3 a3 IV
Periodo:

da aprile a maggio, eventualmente giugno

Lunghezza: 4/2,5 km circa
Dislivello: 750/450 m (1500/1200-750)
Calate: circa 25/20, calata più alta 30 metri
Ancoraggi: eccellenti - 2006
Tempi: 20'/30' avvicinamento + 7h/5h discesa + 20' rientro
Navetta: circa 12/9 km
Materiale: 2 corde da 60 metri

 

Accesso a valle: all'uscita autostradale di Arma di Taggia seguire le indicazioni per Imperia-Taggia, quindi, prendere la SP 548 per Triora. Poco prima del centro di Triora si svolta in direzione Realdo; dopo un tratto di discesa si ignora il bivio che porta sul vertigionoso ponte di Loreto e si prende a destra, sempre verso Realdo. Poco dopo il borgo Creppo (circa 700 metri) uno slargo asfaltato sulla sinistra consente di parcheggiare la prima macchina.

Accesso a monte: dal parcheggio si continua fino a Realdo e da qui si continua in direzione Colla Sanson. Si supera Borniga e si raggiunge il Pin. Per l'avvicinamento intermedio si parcheggia subito dopo il Pin, su un largo spiazzo in corrispondenza di una cappelletta. Per l'accesso a monte si prosegue, ora su sterrato fino oltre Case Cascin e, a circa 8 km da Realdo in prossimità di un secco tornante verso destra, si parcheggia. Dal parcheggio sono visibili i segni del sentiero da seguire, il n° 7.

Avvicinamento: dal tornante su cui si è parcheggiato si prende il sentiero n° 7 che taglia a mezza costa; dopo una quindicina di minuti, in corrispondenza di un piccolo ruscello si scende al greto del rio.

Avvicinamento intermedio (consigliato): si ridiscende fino alle prime case tagliando il tornante che precede il parcheggio. Subito si trova una stradina in cemento che scende sulla destra, pochi metri dopo si svolta a sinistra su un ampia mulattiera erbosa. Attenzione, dopo pochi metri parte sulla destra un'altra mulattiera, meno evidente e segnata con due pallini rossi, che scende ripida verso alcune case di cui si intravedono i tetti già dall'alto. Giunti in prossimità delle case la mulattiera (sempre segnata coi pallini rossi) gira verso destra e comincia un lungo percorso a mezza costa, passando sotto una falesia con un tratto molto aereo, con vista sul vallone dell'Infernetto. Dopo questa cengia si scende su qualche ripido tornante e si prosegue quindi muovamente a mezza costa, si attraversa un canale pietroso e si continua fino a raggiungere il greto del torrente. In alcuni tratti la mulattiera è franata o è sepolta dalla vegetazione, bisogna stare attenti a non perderla. In tutto contare circa mezz'ora di cammino.

Rientro: la gola termina alla confluenza col Torrente Argentina. Un sentiero segnato attraversa il greto dell'Infernetto e risale in riva destra l'Argentina, dopo un minuto si incontra un ponte in pietra che attraversa il torrente. Oltrepassato il ponte, in corrispondenza di una cappelletta si prende un sentierino a sinistra che in una ventina di minuti riporta alla strada asfaltata.

Nota: la navetta richiede fra andata e ritorno più di un'ora; per evitarla almeno in partenza è consigliabile lasciare una macchina al parcheggio a valle ed arrangiarsi con l'altra (anche se si è in molti).

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